martedì 3 novembre 2009

Biennale dello Spazio Pubblico

BIENNALE DELLO SPAZIO PUBBLICO

INU Lazio intende promuovere una Biennale dello spazio pubblico da tenersi entro la primavera del 2011. Con il testo che segue vogliamo informare i Soci e le strutture dell’INU già delle prime idee per sollecitarne i contributi,le critiche e le proposte di collaborazione e di partecipazione.

La sezione Lazio dell’INU intende promuovere una serie d’iniziative di studio, ricerca e sperimentazione pratica sul tema dello spazio pubblico che confluiranno nella 1° edizione della Biennale dello spazio pubblico che si svolgerà a Roma nella primavera del 2011 (aprile/maggio). Alla realizzazione dell’evento sono invitati a partecipare Amministrazioni locali, Università, Associazioni culturali, Imprese, che potranno manifestare la loro adesione sia sotto forma di proposte di ricerca e azione tematica sia come patrocinatori e sponsor. In relazione a tali partecipazioni saranno messe a punto le modalità di svolgimento (sedi e tipo di manifestazioni) ed i curatori delle diverse iniziative.

Motivi ed obiettivi
Il tema dello spazio pubblico assume particolare attualità in seguito alle sfide portate dall’economia globalizzata, dalle ondate migratorie, dalle nuove tecnologie dell’informazione. Assistiamo ad una trasformazione profonda del rapporto tra pubblico e privato che rende difficile la demarcazione del confine che separa le due sfere, con un tendenziale sconfinamento degli interessi privati nella cosa pubblica ed un declino di quella cultura del bene pubblico che dovrebbe condizionare i comportamenti privati .
In urbanistica e nella gestione del territorio lo spazio pubblico, inteso come beni e servizi a disposizione indistintamente di tutti i cittadini, è sinonimo di rapporto equilibrato e sostenibile tra la dimensione collettiva e quella individuale, di un’efficiente concentrazione delle funzioni urbane, di un’efficace sinergia tra istituzioni collettive e dinamiche sociali. La tendenza alla dispersione urbana e la conseguente carenza di spazi pubblici riconoscibili come tali rischiano di svuotare la stessa idea di città come spazio delle relazioni sociali, oppure ne propongono un surrogato consumistico nei grandi centri commerciali .
La conquista di spazi pubblici come i parchi, i giardini, le ville storiche, gli spazi ed edifici di pregio, ha coinciso con eventi storici cruciali quali l’unità d’Italia e la fondazione della Repubblica che furono anche occasioni per rendere pubbliche proprietà che fino ad allora non lo erano. Né può essere dimenticato il contributo dei movimenti popolari che hanno permesso di sottrarre alla speculazione aree urbane di pregio e di dotare le città di spazi pubblici di grande rilievo per la salute, il tempo libero e la cultura dei cittadini. D’altronde la difesa o la conquista di spazi pubblici ha visto sempre l’attività di decisori politici, amministratori ed urbanisti accompagnata da forti movimenti di opinione. Ai nostri giorni sono migliaia le vertenze aperte sul territorio da comitati di cittadini, associazioni ambientaliste, istituti scolastici, organizzazioni sindacali, per la difesa e valorizzazione degli spazi pubblici.
Consideriamo impropria la contrapposizione tra spazi di proprietà pubblica e spazi ad uso collettivo: tipi di spazi che in larga misura coincidono. L’obiettivo che ci poniamo è quello di recuperare il senso del bene comune e dei valori di cittadinanza senza i quali la città, intesa come organismo sociale, non sopravvive alle forti trasformazioni indotte dai processi economici.
Per questi motivi la Biennale sarà aperta al contributo di tutti coloro che con l’elaborazione culturale, amministrando città e territori o direttamente operando nella loro trasformazione, contribuiscono alla crescita di una cultura dello spazio pubblico come inalienabile diritto di cittadinanza.
Sarà anche occasione per gli urbanisti di riflettere sul proprio ruolo, sulle difficoltà di comunicare significati e valori del proprio agire professionale; di riflettere sui motivi della progressiva riduzione della funzione sociale della pianificazione. E’ tempo che l’urbanistica torni ad occuparsi di materiali, spazi, luoghi concreti che inequivocabilmente contribuiscono alla qualità urbana, che torni a parlare a tutti con un linguaggio chiaro e comprensibile.

Articolazione
Una riflessione comune sullo spazio pubblico può essere un impegno permanente che permette di interagire con i numerosi attori del territorio, di superare la disaffezione sociale per la pianificazione, di recuperare il senso comune di un progetto collettivo per la città, di generare una nuova cultura, capace di vedere sul lungo termine , di ridefinire le responsabilità di amministratori e cittadini e di ripensare lo spazio comune della cittadinanza come terreno inclusivo delle differenze sociali, culturali, etniche e della complessità delle società attuali.
La Biennale potrebbe concentrarsi su tre filoni tematici:
- Urbanistica e spazi pubblici: il contributo che la disciplina ha dato e potrà dare alla crescita quantitativa e qualitativa degli spazi pubblici. Dalle ricerche sulla storia dello spazio pubblico degli archetipi e dei prototipi, ai processi formativi dei progetti e della qualità degli spazi pubblici; dal costo sociale dello spazio collettivo alla distribuzione degli investimenti pubblici e privati; dalla disciplina del paesaggio alla percezione dei luoghi che fungono da condensatori sociali.
- Vitalità degli spazi pubblici: la lezione delle esperienze concrete (buone pratiche) di restauro, di rivitalizzazione o di creazione ex novo di spazi pubblici. Ciò che si è fatto nelle città (ultimi 15/20 anni) e i risultati ottenuti in termini di vitalità degli spazi, anche in considerazione dell’attuale complessità delle relazioni sociali ( nuove consuetudini, integrazione tra generazioni, tra culture migranti e indigene ); la Biennale, in collaborazione con le amministrazioni locali, intende essere occasione per concorsi rivolti a scuole, studenti e associazioni, finalizzati alla conoscenza e valorizzazione degli spazi pubblici.
- Molte voci per gli spazi pubblici: il contributo di altre discipline alla riscoperta e valorizzazione dello spazio pubblico. Ricerche, incontri, performances che illustrino le molteplici forme con le quali altre discipline concorrono alla scoperta, creazione e gestione di spazi pubblici riusciti: arte, letteratura, antropologia, sociologia, cinema, informazione. La Biennale vuole contribuire a superare molti steccati.

Traguardi
Il carattere della Biennale sarà quindi aperto per sottolineare l’interazione tra attori diversi nel ridefinire un argomento che attiene anzitutto al diritto di cittadinanza. Sarà integrato, con l’intento di mettere in luce i nessi tra attività di ricerca e azioni concrete e tra le varie discipline che concorrono alla formazione di idee e di pratiche relative allo spazio pubblico.
Il programma della prima Biennale dello spazio pubblico traguarda un’azione permanente. Mira a riproporre negli anni un appuntamento biennale come momento di confronto, di sintesi e di divulgazione delle attività di ricerca e delle azioni svolte sul territorio e nei gruppi di studio. Il tempo che separa ogni appuntamento biennale non sarà uno spazio vuoto ma la parte qualificante del progetto che non vuole limitarsi ad un’analisi teorica del tema ma intende sollecitare e diffondere in modo capillare e permanente una nuova cultura dello spazio pubblico.

Modalità di invio delle proposte
Le sezioni regionali dell’INU che intendono collaborare alla realizzazione della Biennale dovranno inviare i loro contributi (commenti, critiche ecc.) e le loro proposte di studio, di ricerca, di attività da svolgere nel territorio anche in collaborazione con altri soggetti, ad INU Lazio entro il 30 dicembre 2009.
Riteniamo opportuno sottolineare l’importanza che riveste la partecipazione alla Biennale sia dei protagonisti di innovazioni e di buone pratiche, sia di quanti partecipano ai processi di realizzazione ed uso di spazi pubblici.
Contributi e proposte, espresse in forma sintetica (non oltre 4 cartelle ovvero 10.000 caratteri, spazi inclusi) ed anche corredate da illustrazioni, dovranno essere inviate all’attenzione del “gruppo di lavoro spazio pubblico” - INU Lazio, piazza Farnese 44, 00186 Roma e/o email: lazio@inu.it , inu.lo@gmail.com

il Direttivo della Sezione Lazio

Il gruppo di lavoro "Spazio pubblico" è coordinato da Lucio Contardi, Paolo Colarossi, Mario Spada.

giovedì 8 ottobre 2009

Legambiente sui nuovi stadi romani



I nuovi stadi di calcio per la Roma e per la Lazio

Legambiente ha redatto un documento molto dettagliato sui nuovi stadi della Roma e della Lazio, che pubblichiamo qui di seguito.


STADI ROMA-LAZIO: IL DERBY DELLA SPECULAZIONE EDILIZIA
I numeri, le aree, le vere questioni in ballo: il dossier di Legambiente Lazio

I nuovi Stadi proposti dalla AS Roma e dalla SS Lazio: circa 750 ettari di Campagna Romana complessivamente dove realizzare circa 4 milioni di metri cubi. E’ un nuovo, ennesimo, attacco all’Agro Romano: inizia il Derby della speculazione edilizia. Legambiente ha fatto l’analisi dei luoghi interessati, ha verificato le previsioni del Prg, le classificazioni ai fini della tutela stabilite negli ambiti individuati dal Piano Territoriale Paesistico Regionale adottato dalla Giunta, le previsioni infrastrutturali per la mobilità pubblica.

Premessa
La realizzazione del terzo e del quarto stadio per il calcio, dopo lo stadio Olimpico e lo Stadio Flaminio, è un’esigenza per la città, una priorità per i cittadini e per i tifosi? Servono a Roma e ai romani questi due nuovi impianti? Secondo Legambiente no.
Sono forse i ventiquattro metri in meno della distanza dal manto erboso del tifoso seduto più lontano, lassù sul secondo anello, a giustificare questa scelta? Essere a 68 metri dal campo nel nuovo “stadio Franco Sensi” o a chissà quanti nel nuovo “stadio delle Aquile” sarà così diverso dall’essere ai 92 metri attuali nel meraviglioso quanto disprezzato Stadio Olimpico?
C’è, quindi, un interesse pubblico per cui le massime autorità del Comune di Roma e della Regione Lazio si possano impegnare nei confronti di due società private? Ci siamo chiesti, qualche settimana fa, se quelle scelte sarebbero state aree edificabili, ma in questo caso la risposta è arrivata subito ed è stata negativa: quello degli “stadi” un nuovo attacco alle aree agricole della città. E perché “stranamente” per entrambe i progetti si prevede l’uso di aree agricole, quindi del tutto non edificabili, piuttosto che di aree edificabili? E ancora se c’è, qual è l’interesse pubblico tale da giustificare il ricorso allo strumento dell’accordo di programma, che si può utilizzare per l’appunto solo in caso vi sia un interesse pubblico, in variante peraltro degli strumenti di pianificazione urbanistica?
Legambiente, sin dall’inizio, della vicenda si è posta una serie di interrogativi, che ci sembrano essere le questioni vere, quelle da sciogliere ancor prima di una bella presentazione ‘in pompa magna’, quelle da spiegare alla città. Oggi iniziamo a darci alcune risposte, in assenza, per ora, di risposte certe da parte delle istituzioni locali, in un clima che anche grazie a Legambiente stessa ha visto ormai aprirsi un dibattito in città, tra i cittadini ed i tifosi, sui giornali e nei bar.
In realtà, a tante delle questioni, la risposta sembra sia scontata: i progetti per i cosiddetti due nuovi stadi della Roma e della Lazio sono talmente enormi, sovradimensionati, che mal celano, o forse non vogliono celare per niente, due enormi operazioni immobiliari, tra le più grandi degli ultimi anni, con centinaia di migliaia di metri cubi di cemento che con lo stadio non c’entrano davvero nulla, ed hanno quindi tutto il sapore di vere e proprie speculazioni edilizie, a vantaggio dei ‘fortunati’ azionisti di maggioranza (per ora) delle due società. Lo “stadio”, in termini quantitativi, è ben piccola cosa nei progetti, un tondino sulle mappe, mentre la parte da leone la fanno sempre le solite case, nuovi scintillanti e inutili centri commerciali, ancora strutture sportive (come se i mondiali di nuoto non ci fossero bastati) e chissà cos’altro.
La opportuna variante urbanistica, indispensabile dovremmo dire, dovrà essere ovviamente bipartisan. Ecco cosa dovrebbe avvenire: il Consiglio comunale di Roma, trovato il motivo ed il suddetto interesse pubblico, approva la variante urbanistica trasformando quelle centinaia di ettari da agricoli in edificabili e dà mandato al Sindaco per firmare l’accordo di programma. L’accordo poi deve essere ratificato dalla Regione Lazio. E come farà la Regione, quella stessa Regione che sta discutendo una legge per tutelare l’Agro a cancellare i vincoli del Piano Paesistico adottato? Tutto ciò, ovviamente sempre che le Sovrintendenze, l’Autorità di Bacino e tutti gli altri enti competenti abbiamo preventivamente formalizzato il proprio parere positivo a tale mostruosità. Basterebbe pensare un attimo se una procedura del genere invece che per la Roma o la Lazio, si fosse solo ipotizzata per una qualsiasi altra società quotata in borsa, magari di un costruttore, per rendere evidente agli occhi di tutti lo scandalo.
Per fortuna, gli impianti saranno costellati da pannelli solari. Beh, allora.
Un’altra domanda rimane del tutto inevasa: che fine faranno gli stadi già esistenti? Utilizzati qualche volta all’anno per grandi eventi? Una spesa in più per le tasche dei cittadini che, tramite il CONI nel caso dell’Olimpico, dovrebbero giustamente pagare manutenzione e spese varie di quel monumento. Uno stadio peraltro che per i Mondiali del 1990 ha già visto ingenti finanziamenti pubblici per la riqualificazione e la realizzazione della copertura. E ora sembra non essere più in grado di ospitare le partite della Roma e della Lazio.
Anche sul fronte trasporti, se non fosse già sufficiente quanto detto, occorre aggiungere che per le aree proposte dall’AS Roma le stazioni Massimina delle FS e Casal Selce della Metro A sono del tutto de finanziate e peraltro ben lontane dallo stadio; per l’area della Lazio, vista la vocazione agricola e ambientale, conseguentemente non è prevista alcuna infrastrutturazione.
Infine un ultimo elemento urbanistico. Le aree ricadono entrambe lungo la direttrice Roma Nord: ebbene, collocare il nuovo stadio della Roma in quell’ambito significherebbe avviare la definitiva conurbazione tra Roma, Cerveteri, Ladispoli e Civitavecchia, con buona pace di quanto previsto dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Roma; così come sul fronte opposto avverrebbe, con minore evidenza, per lo stadio della Lazio che avvierebbe la saldatura tra Fiano Romano e Monterorondo.

Legambiente, in questo caos, rilancia la vecchia e mai approfonditamente valutata proposta, di buon senso tanto da sembrare quasi banale, ma forse davvero più praticabile, trasformare in una moderna cittadella dello sport le aree già vocate dell’Olimpico e del Flaminio. Senza abbattere evidentemente le strutture, tutelate da vincoli storici, ma anzi facendo leva su di esse per realizzare un serio progetto di moderno stadio. Impossibile? Tutto da dimostrare, come la fattibilità dei nuovi progetti presentati.
Una battuta anche per chi si riempie la bocca citando Monaco come esempio per la realizzazione del nuovo stadio: in quella città, fu il Consiglio comunale a deliberare di approfondire la questione, fissando dei criteri, si aprì un vasto dibattito in città che portò addirittura ad un referendum tra i cittadini, si fece un concorso di architettura per valutare il progetto. Insomma, chi cita Monaco lo fa a sproposito.
Fino ad oggi, nessuna risposta a questi temi, da Alemanno e Marrazzo, spiegheranno allora tutto ciò ai romani? Niente prese in giro per i cittadini ed i tifosi.

L’AREA/AMBITO INDIVIDUATA PER LO STADIO DELLA SS LAZIO.
Il progetto relativo alla realizzazione della Cittadella dello Sport della SS Lazio/”Stadio delle Aquile” prevede il trasferimento nell’area prescelta dell’intera Polisportiva Lazio: e quindi, oltre al nuovo stadio, ai ristoranti, alle residenze/villette, agli alberghi, il progetto prevede campi di calcio e calcetto, campi da rugby, da tennis, hockey su prato, baseball, atletica leggera, etc. Il tutto su un’area/ambito estesa circa 600 ettari e sulla quale realizzare volumetrie pari a circa mc 2.000.000. L’area/ambito si trova al Km 9,4 della Via Tiberina: ebbene, è già da ora possibile affermare che il contesto territoriale nel quale si propongono tali trasformazioni è del tutto incompatibile con le previsioni date dal Prg di Roma, è del tutto incompatibile con il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, adottato dalla Giunta Regionale e in attesa della definitiva approvazione da parte del Consiglio Regionale, è incompatibile con il Piano Territoriale di Coordinamento recentemente approvato dal Consiglio Provinciale di Roma, e, infine, è incompatibile con il vincolo statale ai sensi della Legge 431/1985 quale area di esondazione del Fiume Tevere. Analizziamo ora i vari punti appena elencati nelle loro singole specificità.
L’area/ambito nel Prg di RomaCome detto il trasferimento dell’intera Polisportiva Lazio, con annesso il nuovo “Stadio delle Aquile”, nelle speranze del Dott. Lotito dovrebbe avvenire all’altezza del Km 9,4 della Via Tiberina, su un’area estesa per circa 600 ettari, nella quale realizzare circa mc 2.000.000. Si tratta di un’area, ricadente nelle estreme propaggini del territorio del Comune di Roma, prospiciente il nucleo insediativo di Colle Romano, ricadente, invece, nei territori propri del Comune di Riano. Infatti, a quell’altezza della Via Tiberina, il “fronte destro” ricade nel Comune di Roma, mentre il “fronte sinistro” ricade nel territorio del Comune di Riano.
Nel Prg di Roma l’intero quadrante urbano è classificato quale Agro Romano Vincolato, con, in più, il Vincolo Ministeriale di esondazione del Fiume Tevere – Legge 431/1985, ossia la Legge Galasso (in colore verde sulla mappa). In coerenza con tale classificazione, le previsioni urbanistiche del Prg si “limitano” – conoscendo le ampie nonché sovradimensionate previsioni edificatorie del Prg, il verbo è d’obbligo….. - alla seguenti trasformazione:
a) Toponimo Via Tiberina Km 2/3 – Tenuta Piccirilli. Si tratta di un piccolo nucleo edificato, articolato in tre “piccoli spezzoni”: il primo a ridosso di Prima Porta, il secondo ricadente su Via della Tenuta Piccirilli, il terzo su Via Alvito/Via Settefrati. I Toponimi sono le aree ex abusive derivanti dallo sciagurato II° Condono Edilizio, e il Prg di Roma individua 94 Toponimi. Il Toponimo di Via Tiberina Km 2/3 /Tenuta Piccirilli si estende per non più di 4 ettari, largamente già edificati: il “completamento” riguarda quindi aree estese per non più di 1,5 ettari. Il che, con gli attuali indici edificatori – per i Toponimi gli indici sono pari a 0,75 mc/mq – vuol dire che le trasformazioni previste dal Prg sono stimabili in circa mc 11.000. Il progetto dello “Stadio delle Aquile”, come già ricordato, prevede invece trasformazioni pari a circa mc 2.000.000, con una crescita delle potenzialità edificatorie dell’ambito pari quindi al 18.181%. Il Prg di Roma non disciplina in questo quadrante urbano altre trasformazioni: si consideri, inoltre, che l’ultimo “avamposto antropizzato”, dopo aver superato il piccolo nucleo di Tenuta Piccirilli, ricadente al Km 2/3, e quindi prima di arrivare al Km 9,4 della Via Tiberina, è l’area di Procoio Vecchio, insistente al Km 7/8, dove risiedono attualmente numero 23 residenti.In definitiva, come risulta chiaro da quanto affermato finora, si tratta di un’area con minime previsioni edificatorie, come d’altronde deve essere per le aree individuate dal Prg quale Agro Romano Vincolato e per lo più gravate da un vincolo di inedificabilità assoluta data dal Vincolo Ministeriale quale area di esondazione del Fiume Tevere.
L’area/ambito nel Piano Territoriale Paesistico RegionaleLo strumento per la tutela paesaggistica – per il quale continuiamo a chiederci cosa aspetta la Regione Lazio, previa doverosa nonché obbligatoria concertazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali , a porre mano alla definitiva approvazione, dopo l’adozione in Giunta risalente ormai al 2004 – a sua volta disciplina l’area/ambito individuata, nelle seguenti modalità:
a) Paesaggio Naturale Agrario. Questa classificazione di tutela paesaggistica definisce “ i territori a prevalente conduzione agricola collocati in ambiti naturali di elevato valore ambientale”. La presenza nell’ambito dell’asta fluviale, oltre ad individuare l’area quale ambito di esondazione, rafforza la valenza ambientale e paesaggistica dell’area/ambito. L’obiettivo di qualità paesistica prevede la “conservazione integrale degli inquadramenti paesistici mediante l’inibizione di iniziative di trasformazione territoriale e in linea subordinata alla conservazione dei modi d’uso agricoli tradizionali”. In più lo strumento paesaggistico individua un’area a valenza archeologica, da sottoporre quindi ad attività di scavo e di studio.
Le azioni propedeutiche al raggiungimento degli obiettivi descritti per la tutela paesistica prevedono “la riqualificazione e recupero dei caratteri naturali propri”.
Le previsioni infrastrutturaliL’area/ambito non prevede alcuna opera infrastrutturale per il trasporto pubblico: il che non rappresenta alcuna contraddizione del Prg: se l’area è classificata quale Agro Romano di rilevante valore – il che, come visto, prevede minime trasformazioni – perché prevedere rafforzamenti infrastrutturali?
L’inquadramento urbanistico alla “scala metropolitana”
Uno dei tanti errori di questa scelta territoriale è rappresentata dal fatto che lo spostamento dell’intera Polisportiva della AS Lazio in quel quadrante urbano significherebbe la conurbazione/saldatura urbanistica tra il Comune di Roma e il Quadrante Nord della Provincia, Comune di Riano. Un grave errore urbanistico, poiché laddove tale saldatura non è avvenuta, occorrerebbe invece che tra Roma e l’Hinterland ci sia un sistema di aree agricole/spazi liberi, tali da impedire la definitiva conurbazione tra Roma e la sua Provincia.
I numeri della speculazione, l’operazione della SS LazioIn questo caso il terreno proposto è già nella disponibilità della famiglia del Dott. Lotito. Considerato che nella nostra città, al di fuori dei parchi regionali, il costo medio delle aree agricole è pari a circa 25 Euro al metro quadro, il valore di acquisto ipotizzabile per i 600 ettari interessati dal progetto è comunque stimabile una cifra pari a 150 milioni di Euro. Stimando in 1.500 appartamenti, la parte residenziale del progetto, equivalenti a 700mila metri cubi, è facile calcolare l’enorme aumento di valore che avrebbero quelle aree, una volta ottenute le necessarie varianti urbanistiche, e quindi il cambio di destinazione d’uso da agricolo ad edificabile: i nuovi valori immobiliari stimabili daranno una rendita fondiaria, così si chiama, pari ad almeno 1 Miliardo di Euro, considerando la sola parte residenziale, 25 volte cioè il valore iniziale, alla quale vanno aggiunte la parte commerciale, alberghiera, i nuovi complessi sportivi e lo stadio stesso con ristoranti annessi.

L’AREA/AMBITO INDIVIDUATA PER LO STADIO DELLA AS. ROMA
1.0. Le previsioni del Prg nell’area/ambito “Massimina-La Monachina” – Municipio XVIII°
L’analisi della cartografia relativa al progetto del nuovo stadio della Roma “Franco Sensi”, presentato alcuni giorni fa dal Presidente Dott.ssa Rosella Sensi, indica che nel nuovo Prg di Roma l’ambito prescelto per realizzare il nuovo stadio della Roma è un’area estesa per circa 150 ettari ricadente nel Municipio XVIII . L’area/ambito è definita “La Monachina” e le trasformazioni attualmente previste dal Prg sono le seguenti:
1) l’80% circa dell’area/ambito è classificato dal Prg quale Agro Romano Vincolato (in verde chiaro nella mappa): infatti l’area apparteneva ad una Azienda Agricola dismessa, prima di entrare nella disponibilità dell’imprenditore Ing. Sergio Scarpellini, proprietario dell’area della Romanina, dove il Prg prevede la realizzazione della omonima Centralità.
In conseguenza, rispetto al Prg, la realizzazione dello stadio, delle residenze, e delle funzioni commerciali richiede una variante urbanistica in accordo di programma per trasformare l’area da Agro romano vincolato ad area edificabile/servizi privati – tale è uno stadio realizzato da una società privata quotata in borsa. L’area individuata ricade in località La Monachina.
La classificazione dell’area/ambito Nel Piano Territoriale Paesistico Regionale.Nel Ptpr regionale adottato, strumento di tutela paesaggistica che recepisce l’Agro romano vincolato dal Prg, l’area/ambito descritta è classificata in piccola parte quale Paesaggio Agrario di rilevante Valore – per la presenza di aree boscate –, mentre la gran parte è classificata quale Paesaggio Agrario di valore. Le trasformazioni sono inibite nella parte dell’area ambito classificata quale Paesaggio Agrario di rilevante valore, mentre nelle aree classificate quali Paesaggio Agrario di valore – ossia la gran parte dell’area/ambito - le azioni consentite sono le seguenti: “il Ptpr definisce come tali le aree agricole caratterizzate da qualità paesistica. In questa definizione sono compresi territori aventi una prevalente funzione agricola/produttiva. Il Ptpr definisce gli obiettivi di qualità paesistica il mantenimento del carattere rurale e della funzione agricola e produttiva compatibile. Nelle aree disciplinate dal Ptpr quali Paesaggio Agrario di valore non sono consentite varianti urbanistiche”: vuol dire che per realizzare stadi, centri commerciali, funzioni residenziali occorre che in sede di accordo di programma, la Regione Lazio modifichi il proprio strumento di tutela paesaggistica – strumento mai approvato ma soltanto adottato in Giunta. In più si aggiunga che il Ptpr nelle Tavole dei Beni archeologici indica che l’ area della Monachina – pur non vincolata da Decreto Ministeriale – deve essere sottoposta a studi propedeutici alla emersione di eventuali qualità archeologiche .
2) al di fuori della perimetrazione presentata per l’area/ambito ove realizzare il nuovo stadio, il nuovo Prg prevede le seguenti trasformazioni.a) Ambito a Trasformazione Ordinaria/ATO n.24 – Via Aurelia KM 8 – Mq 3.689 – Mc 11.804b) Ambito a Trasformazione Ordinaria/ATO n. 16 – Via Aurelia KM 7 – Mq 52.356 – Mc 167.539c) Ambito a Trasformazione Ordinaria/ATO n. 32 – Via Aurelia Km 13 – Mq 77.665 – Mc 248.528d) Programma Integrato per attività – Via Aurelia – capannoni già esistenti/attività produttivee) Programma Integrato per attività – Via della Maglianella – capannoni già esistenti/attività produttiveTotale: mc 427.871 – equivalenti a 3.565 nuovi residenti
3) Le funzioni residenziali previste per realizzare lo stadio sono previste in aree agricole: 3.000 appartamenti, ossia mc 1.440.000, equivalenti a 12.000 stanze/nuovi residenti insediati/insediabili, mc 300.000 per realizzare un Centro Commerciale. Il che vuol dire che rispetto alle previsioni edificatorie del Prg, il progetto della AS Roma prevede una crescita delle cubature pari al 407,60%.
4) le previsioni infrastrutturali per la mobilità pubblica sono invece le seguenti: la stazione Massimina prevista per l’omonima Centralità –mc 700.000–, sottostante l’area per lo stadio, è stata tagliata da F.S., la quale, nel suo programma di investimento per la mobilità pubblica in area romana, ha considerato tale stazione –decisiva per la realizzazione della Centralità Massimina– “non strategica” per i propri investimenti; la stazione Casal Selce, derivante dal prolungamento della linea A della Metro è attualmente de finanziata (anzi, nell’ultimo bilancio della Giunta Alemanno è stata riconfermata come de finanziata). La stazione di Casal Selce (Casalotti) è l’unica stazione prevista dal Prg prossima all’area/ambito nella quale si propone di realizzare lo stadio.In sede di presentazione del progetto la AS Roma si è impegnata a finanziare le opere per la mobilità pubblica necessarie al collegamento infrastrutturale per il nuovo stadio. Facile a dirsi, complicato a farsi: si consideri che il costo complessivo della terza linea della metropolitana – la Linea C –è pari a 3 miliardi di Euro, ossia più di 117 milioni di Euro al Km – il tracciato della Linea C si estende per 25,5 Km. Poiché l’area della Monachina dista in linea d’aria dall’esistente stazione della Metro A “Battistini” circa 9 km, ebbene ciò vuol dire che la Roma dovrà sborsare 1.053 milioni di Euro, equivalenti a 210 anni dello stipendio di Francesco Totti (grande campione e grande persona) – il quale come è noto, ha chiesto 5 milioni di euro all’anno per il rinnovo contrattuale.In conclusione: l’area/ambito ha destinazione agricola nel nuovo prg e non vi è alcuna previsione infrastrutturale per il trasporto pubblico tale da giustificare tale scelta. Infine occorre tener conto di un altro elemento urbanistico: l’area/ambito ricade lungo la direttrice Roma Nord : ebbene, collocare il nuovo stadio della Roma in quell’ambito significherebbe avviare la definitiva conurbazione tra Roma, Cerveteri, Ladispoli e Civitavecchia, con buona pace di quanto previsto dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Roma, recentemente approvato.
I numeri della speculazione, l’operazione dell’AS RomaNella nostra città, al di fuori dei parchi regionali, il costo medio al metro quadro delle aree agricole è pari a circa 25 Euro al metro quadro. Ciò vuol dire che per l’acquisto dei 150 ettari interessati dal progetto è stimabile una cifra pari a 37,5 milioni di Euro (anche se l’Ing. Scarpellini ha sostenuto di aver fatto “quasi un regalo” alla Roma. Questo vuol dire, che ottenute le necessarie varianti urbanistiche, e quindi il cambio di destinazione d’uso da agricolo ad edificabile, quelle aree avranno un impennata nei valori immobiliari stimabile in una rendita, così si chiama, pari ad almeno 2 Miliardi di Euro, il 5.300% in più, oltre 50 volte cioè il valore iniziale. Questo tenendo conto soltanto della parte residenziale, alla quale vanno aggiunte la parte commerciale, i nuovi complessi sportivi e lo stadio stesso.
E l’Operazione “Cittadella dello sport” a Torrevecchia?…Già nell’Aprile del 2006 il Consiglio comunale di Roma varò un piano urbanistico, frutto di un accordo tra Comune e Famiglia Sensi, che prevede la costruzione di una Cittadella dello Sport: un’area, che anche in questo caso da “agricola” cambiava destinazione, collocata tra Via di Torrevecchia e il Quartaccio, dove saranno realizzati due campi di calcio regolamentari (di cui uno illuminato) con piste di atletica e tribune per 80.000 posti, un campo di ‘calcio a otto’ e altri sette da calcio a cinque, due piscine, una palestra, servizi e parcheggi.
Il Programma prevede su un’area di mq. 285.707, volumi residenziali pari a mc. 251.193, di cui 201.821 riservati alla Proprietà e 49.372 da cedere al Comune (3.140 nuovi abitanti nel complesso), volumi commerciali pari a mc. 11.200 ed altri volumi pari a mc. 6400, un Parco pubblico e aree verdi per circa 20 ettari.
Al centro di tre complessi (Case popolari di Torrevecchia, Case popolari del Quartaccio, complesso adibito ad assistenza alloggiativa dell’ex Bastogi), con problemi di degrado e totale mancanza di servizi e luoghi di aggregazione, il programma della cittadella potrebbe rappresentare una importante novità urbanistica e sociale, dando un contributo alla riqualificazione dell’area. L’operazione prevede la cessione al Comune di Roma di tutti gli impianti sportivi, oltre ad una parte delle abitazioni, alle scuole, alla piazza e alla viabilità.

IL PERCORSO UTILIZZATO A MONACO
Nella conferenza stampa di presentazione del progetto del nuovo stadio della Roma, più volte è stato indicato come modello lo stadio realizzato a Monaco.Qualche nota per chi si riempie la bocca citando Monaco, qual è stato il processo che ha portato alla fine alla decisione di realizzare l’Allianz Arena?
Presentazione e approvazione del progetto:-Roma:la famiglia Sensi, proprietaria dell’AS Roma, propone di realizzare uno stadio all’interno di un ampio intervento immobiliare in un area dell’agro romano con destinazione agricola, secondo le previsioni del Piano regolatore vigente. Viene reso noto che l’area era stata acquistata nelle settimane precedenti dalla famiglia Sensi.
-Monaco:nel 1997 il Consiglio di amministrazione della FC Bayern Monaco decide di realizzare un nuovo stadio. La proposta apre una discussione politica sulla necessità di realizzare un nuovo stadio dedicato al calcio nella città. Il Consiglio comunale delibera di approfondire la questione, fissando dei criteri. Nel frattempo le due società di calcio di Monaco (FC Bayern e TSV 1860) si consorziano per la costruzione e gestione del nuovo stadio. Nel 2001 tra le cinque aree individuate come più adatte viene scelta l’area di Frottmaning, come la più adatta per l’accessibilità su ferro e l’immediata vicinanza all’autostrada. A quel punto, viene addirittura realizzato un referendum tra i cittadini di Monaco dove prevale con il 65% dei voti una maggioranza favorevole alla realizzazione. A questo punto per la scelta del progetto viene indetto un concorso di architettura che vede vincere lo studio svizzero Herzog and DeMeuron. Nel 2002 termina la fase di adeguamento della pianificazione urbanistica comunale e regionale e iniziano i lavori che termineranno nel 2005.
In più…
A Monaco nessuna speculazione edilizia (area occupata dall’intervento 14 ettari, parcheggi di auto, pullman compresi), nessun’altra destinazione urbanistica (niente case e centri commerciali, insomma), nessun investimento pubblico, ma ritorno dell’investimento privato attraverso la gestione e la sponsorizzazione, 500 metri dalla fermata Metro “Frottmaning” della U-bahn, altro che 4 chilometri (da stazioni non esistenti né finanziate peraltro).
Insomma, chi cita Monaco lo fa decisamente a sproposito.

lunedì 5 ottobre 2009

Resoconto del Direttivo del 22 settembre 2009

SINTESI DELLE INDICAZIONI OPERATIVE
EMERSE DAL DIRETTIVO DELL’INU-SEZIONE LAZIO

(22 settembre 2009)

Nel corso dell’ultimo Direttivo sono state formulate alcune indicazioni operative delle quali si ritiene utile informare i soci.

Legge regionale n.21 dell’11/08/2009.
Dopo un ampio dibattito introdotto da una relazione di Daniel Modigliani, si è costituito un gruppo di approfondimento incaricato di elaborare rapidamente un documento pubblico dell’INU Lazio che si pronunci sui singoli punti.
Il gruppo di approfondimento (Buttarelli, Contardi, Giannino, Modigliani, Ombuen) è aperto ai contributi dei Soci Inu interessati al tema.

Costituzione nuovo sito Web della sezione.
Su proposta della Commissione incaricata di valutare le offerte pervenute è stato approvato il preventivo della Soc. Smaug. A breve la Sezione disporrà dunque di un nuovo Sito web, da utilizzare come più efficace strumento di informazione, comunicazione e partecipazione.
Per procedere con l'organizzazione dei lavori, Alessandra Cazzola e Mario Spada hanno proposto una nuova riunione del gruppo di lavoro (gdl) "Redazione e Comunicazione", con l’invito a coinvolgere quanti altri, soci dell'INU Lazio, siano interessati a questi temi e abbiano voglia di collaborare.
La riunione è convocata per martedì 6 ottobre alle ore 15.30 (presso la sede INU Lazio). All'incontro parteciperà anche la società Smaug in modo tale da avviare quanto prima la predisposizione del nuovo sito.

Biennale dello spazio pubblico.
Il documento elaborato dal gdl è stato portato all’attenzione del Direttivo nazionale ove ha trovato significativi consensi anche da parte di alcune sedi regionali. Lo stesso direttivo ha proposto di lanciare una Call per sollecitare la partecipazione di altre Sezioni.
Il Direttivo della Sezione Lazio ha deciso di predisporre la Call richiesta e ha dato mandato ai responsabili del gdl di organizzare una riunione ed iniziare ad organizzare l’iniziativa, considerata impegnativa ed importante.

Costituzione di INU Servizi.
Si è deciso di trasmettere la proposta al Consiglio Direttivo Nazionale, accompagnata da una lettera del Presidente con preghiera di inserirla nell'odg del prossimo Direttivo Nazionale

Il Presidente della Sezione Lazio: Domenico Cecchini
Il Segretario della Sezione Lazio: Carmela Giannino

giovedì 24 settembre 2009

Presentazione Master Plan Havana

Cuba: Il Master Plan Havana 21° secolo
Relatore: Prof. Julio Cesar Pérez
(Università L'Havana - Presidente del CEU Chapter CUBA)

L’Avana sta intraprendendo una nuova fase di pianificazione e sviluppo urbano. Un gruppo di
architetti cubani, guidati dal Prof. Perez, ha disegnato un MasterPlan per 3.000.000 di abitanti. Il piano vuole preservare l’eredità storico-artistica della città, e le sue radici sociali e culturali, pur proponendo una nuova visione per la città del futuro.
Il piano prevede un ridisegno dei tessuti del waterfront, cercando una coerenza tra usi pubblici e
privati degli spazi e creando ambiti funzionali al miglioramento della vita quotidiana dei cittadini, come spazi aperti, verde pubblico e parchi attrezzati.
Il piano ha una forte componente ecologica, e si pone in continuità con il carattere policentrico dell’urbanizzazione storica.

L'INU Lazio ha invitato per mercoledì 30 settembre (ore 18.00 presso la sede di piazza Farnese 44) il Prof. Perez ad illustrare il progetto, ne discutendone con i partecipanti alla conferenza.

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti.
Alle ore 20 seguirà una cena sociale, per prenotazioni rivolgersi alla segreteria INU Lazio.
Responsabile dell’iniziativa: Alessandra Fidanza (per contatti: alessandra@apgw.it)

INU Lazio
Piazza Farnese 44, 00186 Roma
tel/fax 06-6832601
e-mail inulazio@tiscalinet.it -
lazio@inu.it

lunedì 7 settembre 2009

Piano Territoriale Provinciale Generale di Roma

Adottato il PTPG della Provincia metropolitana di Roma

Il 24 luglio 2009 il Consiglio Provinciale ha adottato il Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) della Provincia di Roma.

Il 3 agosto il Piano è stato trasmesso alla Regione Lazio per completare la procedura di approvazione con la Conferenza di copianificazione tecnica e con la sottoscrizione dell’Accordo di Pianificazione da parte dei presidenti di Regione e Provincia.

Con l’adozione divengono operanti le norme di salvaguardia e con l’approvazione del Piano la Provincia assumerà la pienezza dei compiti in materia urbanistica già esercitati dalla Regione ed, in particolare, i compiti di indirizzo e valutazione degli strumenti urbanistici comunali in fase di generale rinnovamento e impegnati nell’adeguamento entro 3-5 anni alla legge urbanistica regionale.
Il Piano è stato impostato nella prospettiva della Città metropolitana di Roma, come delineato dal recente provvedimento sul federalismo fiscale e ne anticipa e promuove la possibile configurazione.
Infatti, “costruire la provincia area metropolitana” è l’obiettivo generale perseguito dal PTPG.

Le parole chiave proposte sono:
- organizzare il funzionamento metropolitano del territorio provinciale, inteso come “sistema integrato” formato da componenti insediative e funzionali connesse tra loro da relazioni efficienti e dinamiche di tipo reticolare;
- comporre la dialettica tra il Sistema provincia nella sua unità, i Sistemi locali componenti e Roma, in termini di “integrazione nella diversità di ruoli e risorse”;
- porre natura e storia come componenti-valore ed invarianti caratterizzanti l’identità del territorio provinciale, condizioni di sostenibilità ambientale e di coerenza delle trasformazioni;
- promuovere la cittadinanza metropolitana, cioè il senso di appartenenza ad una società, ad istituzioni e ad un progetto di dimensione sovralocale, promuovendo l’intercomunalità, la cooperazione tra istituzioni e la partecipazione dal basso.

Cinque strategie indirizzano l’operatività del Piano:
- Sviluppo territorialmente più equilibrato e competitivo: specializzazione ed integrazione funzionale/relazionale tra i 12 sistemi locali del territorio provinciale e il sistema Roma, doppio policentrismo.
- Sostenibilità generale del territorio: costruzione della Rete Ecologica Provinciale; individuazione di circa 80Ha di territorio agricolo tutelato costituente due “nastri verdi” interposti a nord e a sud tra la città di Roma ed i centri dell’hinterland.
- Riordino e qualificazione delle costruzioni insediative urbane e territoriali nella nuova dimensione intercomunale e metropolitana: rafforzare e valorizzare i caratteri e le regole di impianto delle diverse costruzioni insediative urbane e territoriali.
Più integrazione ed identità degli insediamenti; ricompattazione delle nuove espansioni sui centri; contenimento dei processi diffusivi; vocazione residenziale degli altri comuni della provincia; adeguamento della pianificazione comunale.
- Efficienza e modernizzazione dell’offerta di sedi (centralità) per le funzioni strategiche, per le attività legate al ciclo della produzione e distribuzione delle merci, per il tempo libero ed il turismo di interesse metropolitano.
Promozione di nuovi modelli organizzativi delle attività nel territorio metropolitano quali: Parchi di attività delle funzioni strategiche metropolitane, Parchi di attività produttive metropolitane, Distretti turistici e culturali.
- Miglioramento dell’accessibilità generale al territorio ed agli insediamenti privilegiando le relazioni interregionali e quelle metropolitane con il trasporto pubblico sostenibile.
In particolare: Servizio ferroviario metropolitano passante; corridoi del trasporto pubblico locale; mobilità lenta; coerenza tra offerta di trasporto e scelte localizzative degli insediamenti.

Il Piano è il risultato di un prolungato e complesso percorso tecnico-scientifico e partecipativo, avviato nel 2004 dall’amministrazione del Presidente Enrico Gasbarra e dell’Assessore alle politiche del territorio Amalia Colaceci e proseguito e portato verso la conclusione con elementi di novità e contributi ulteriori dall’attuale amministrazione del Presidente Nicola Zingaretti e dell’Assessore alle politiche del territorio e dell’ambiente Michele Civita.
Le elaborazioni del Rapporto Territorio, dello Schema di Piano e del PTPG definitivo sono state condotte dall’Ufficio di Piano e da un gruppo di esperti e specialisti universitari coordinati dal Prof. Camillo Nucci dell’Università La Sapienza di Roma.